mercoledì 13 giugno 2012

E' un duro gioco, ma qualcuno deve pur farlo!

E un post glielo dedico,ma sì ci sta.
Già che “fracasso”, con gli staus:  ho perso, ho vinto, ho pareggiato, maledetto rovescio, che forte il servizio, match point, etc etc.. alla fine ne scrivo. Perché è la mia ricetta della felicità, perché quando torno a casa vincente (quasi mai) o  perdente (praticamente sempre) mi sento meglio: provare per credere.
Sarà la vecchiaia,credo. Che però non sono ancora così vecchia,diciamocelo.
Ma col tempo vedo che mi accanisco su tutto, non mollo più, al risultato ci voglio arrivare e se non ce la faccio divento una di quelle suocere frustrate e incattivite col mondo. L’ ho notato e me ne dispiaccio parecchio. Per fortuna però, di norma, il traguardo lo taglio, nel bene o nel male. L’ho tagliato la scorsa settimana giocando a tennis, arrivando in campo stile gladiatore che si volta verso Cesare e fa il saluto: AVE, MORITURA TE SALUTAT. Io l’ho fatto diverso, tipo : ave amici, perditura tennis ve saluta. E poi, per sbaglio, abbiamo vinto.
Eravamo marito io, e due big del terrarossa.
Che poi, c’è anche da sottolineare, che noi non siamo quelli che si vestono perfetti, con gonnellini, vestitini ultimo grido, fascia al braccio, al polso, in testa e se potessimo anche nel cervello.
A noi basta un pantoloncino, una maglietta scrausa (che fa anche più vintage) e la racchetta. E così lo scorso mercoledì mi sono presentata, che se magari mi facessi anche più carina, caso mai incontrassi un Darcy di turno, mi guarderebbe anche, invece di fare la solita allegrona spara battute di turno, che poi di battute non ne faccio perché arrivo già tesa.
Ho dato l’anima talmente che, non per eccessiva modestia, gli spettatori mi avrebbero preferito a Nadal.
Non per bravura ovviamente, ma se qualcuno fosse venuto a vederci per forza di cose alla fine avrebbe tenuto per me, perché come avresti fatto a voltare le spalle a una disgraziata che pur di prendere la pallina scattava più veloce di un ghepardo? Ennò, non avresti potuto.
E non avresti potuto  perché c’era da affezionarsi anche alle mie espressioni, di quando sbagliavo, e ho sbagliato un sacco, e con occhi mortificati non ce la facevo neppure a guardare marito, ma solo il terreno. E in questo modo ti sarebbe venuta voglia di urlarmi “dai spacca tutto”, ma forse è andata meglio così, perché poi mi sarei distratta e sulla scia della concitazione generale avrei voltuto strafare   e non me lo posso permettere, perché non sono della federazione tennis, e i miei servizi li avrebbe presi anche mia nonna. I rovesci forse no. 
E allora i due big hanno riproposto la rivincita, e io ho un sacco paura, e marito non c’è neppure, e quelli si saranno allenati anche di notte.
Perché i big, sono appunto big, e io lo so  che mi faranno vedere le stelle, non alla “ehi dude,i’ve got the stars”.. ma “oh shit, i’m a L”. E allora ho implorato Andrea, che anche lui è un super big, che non ha mai voluto giocare con me perché si sarebbe annoiato(sai no, l’amicizia conta..), ma ora che sono migliorata quasi ci sta, e me ne rallegro da matti, perché è come se al mio fianco avessi un Achille, ma senza problemi al tallone. E io, anche se fossi l’amico Patroclo, che poverino era il nerd della coppia, avremmo buone probabilità di vittoria. Tanto poi i greci hanno primeggiato sui troiani. ( da che parte stare non sbaglio mai, soprattutto se con me ho Andrea che se lo faccio perdere sono una donna morta.)
Perché ochei che ti sto a raccontare che Torino al tramonto, mentre giochi al Caprera con vista Po, è il top del top, però mentre sei lì, pensi proprio a quello?  O  che l’importante è partecipare e che si gioca per ridere? Io rido se vinco, se perdo, dopo un’ora e mezza in cui all’inizio ho la mano tremante e la bocca asciutta, e alla fine non ho più fiato e mi sono trasformata in una maschera di sudore e sconvolgimento, mi rimane anche un po’ lì, poi va bè , io sono easy,come tutti noi giovani di Torino,  e con un bicchiere di vino ti passa tutto, o anche con uno spritz, però insomma.
Ma il tennis è proprio bello. Non c’è nulla da fare. E lo so che ormai va di moda il golf, (e Andrea è anche super big del golf, anzi più big ancora e fa una testa a tutti su ste benedette partite, che non si chiamano partite, lo so), e  che fa anche più gruppo, che fai a gara con l’handicap, che quelli giusti giusti di Torino sono tutti golfisti perché è da gran signori, che le partenze sembrano siano  per le maldive e ti immagini tutta la squadra a malpensa a fare il check in pronti al decollo,mentre in realtà è solo l’ora in cui inizi,  e ti senti un idolo incontrastato con la mise che indossi, e con il ferro più valido, e con le storie del 18 buche più cool  della tua vita, etc etc..
Però noi tennisti, ma sì in fondo io mi inglobo nella categoria, e quindi noi tennisti dicevo, abbiamo un nostro perché, un fascino comunque, e anche se  più che di palline gonfie, racchette nuove e puntualità in campo non possiamo parlare, però dai salvateci, noi allegri giocatori infrasettimanali e del week-end, che in fondo siamo pur sempre grandi sportivi, soprattutto quando chiediamo scusa per un nastro e un punto rubato, e voltandoci facciamo l’occhiolino al partner e sussurriamo
” yessssssssss!!!!!!!”.
E’ un duro gioco, ma qualcuno deve pur farlo.

Tua Titti.

ps. Comunicazione di servizio: ho Cami (che sta con me,nel senso, e specifico, in campo) per sabato, e accetto da qua a domenica qualunque sfida, l'importante è allenarsi per la prossima settimana, che i Big li conosco, e non hanno avuto piacere lo scorso mercoledì a giungere al loro risultato, e non vedono l'ora di riacquistare la supremazia..(aiuto!!!!)

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