lunedì 4 giugno 2012

Liz vs Paris (e vince Robin)



Che le cene/mini party in casa siano una magnifica cosa è vero, e da qua non si scappa, tuttavia che il giorno dopo, quando ti alzi, ti vorresti dare mille schiaffi vedendo il disastro che compare alla tua vista è sensazione altrettanto uguale..
Viola e io ci siamo rimboccate le maniche, e abbiamo cominciato a lavare, a lavare e a lavare. Abbiamo rimpianto un po’ di non essere figlie di due magnati russi attrezzate da colf orientali e maggiordomi latino americani , perché in quel caso lì ce la saremmo presa più comoda e sicuramente sarebbe stato meno stancante, ma comunque l’abbiamo superata abbastanza brillantemente, nel giro di quelle due ore in cui abbiamo maledetto il non avere a disposizione un’impresa di pulizia domenicale..
E vorrei tantissimo poter fare l’equazione del tipo: io sto alle mie cenette come Paris (Hilton) sta alle sue(sempre che le faccia).. purtroppo però mi viene meglio farlo con altri personaggi, sicuramente più simpatici, non che Paris sia una musona per carità, ma senza dubbio “diversi…
Sabato mattina infatti mi sono sentita Robin Williams in Mrs Doubtfire, e  notare: non sto dicendo Liz Taylor in  “ Cleopatra”,che mi piace anche di più rispetto alla bionda  ne “ i suoi hotel”, e anzi, se da Hollywood si inventassero un remake con Aston e Orlando nelle parti di Giulio Cesare e Antonio non sarebbe per nulla male,invece di propinarci la versione di Titanic in cui ti sembra di annegare insieme a Di Caprio e la Winslet, che sinceramente passi il primo,ma l’altra..
 Ma tornando alla signorina Doubtfire, forse ero più carina, perché è vero che mi ero risparmiata i collant 80 denari color carne, e la maschera di plastica facciale,ma i grembiuli stile voglioandareavivereincampagna e impacco d’argilla in viso  avevano un loro perché ben profondo e radicato. Mi mancava, ora che ci penso, la fascetta in testa per tenere i capelli legati, ma per il resto, con  la postura da massaia ero totalmente immersa nel ruolo “casalinga doc”. Fierissima ho preso i 2 polpi, perché anche se ero a Torino avevo piacere di far gustare ai miei amici qualche delizia “marittima”,quando però erano ancora nei contenitori, poi un po’ meno fieramente ho raccolto tutte le forze che avevo in me e li ho presi in mano. C’è stato un atoconvicimento piùttosto importante, poiché  dire che sia  godurioso cucinarli mi riesce un po’ difficile, ma si sa.. la prima volta non è detto che piaccia sempre…
Non continuo il proseguio di me e i polpi, viscidi, con pelle ben attaccata, con tentacoli che sembravano ancora vivi, con un peso morto pazzesco, e con la consapevolezza che quando ho queste genialate dovrei capire che sarebbe meglio lasciar perdere, perché non sono quel tipo di madama  seduta su una poltrona con gambe accavvalate, bicchiere di succo di pompelmo alla mia destra, cestino di primizie alla sinistra e ragazza al servizio a cui indicare il da farsi in cucina…
La beffa è poi  quando gli invitati, tipo marito, ti guardano e ti dicono,”ma sei sicura che l’hai fatto tu?”, ecco, lì ti spiace un sacco perché a) come mai si dubita delle tue capacità? b) vorresti dire, no qst ideona non è stata mia e non ho perso tutta la mattina a parlarmi da sola dicendo” dai che sono finiti, dai che è l’ultimo tentacolo, dai che diventerai una mamma(un giorno) che cucina da dio..”
Viola in tutto ciò ha preparato l’insalata di riso. Pare sia stata una delle rare volte in cui si sia avvicinata ai fornelli, indi per cui, sì, mi ha fatto (forse) la cortesia di assaggiare le mie delizie, oltre ai famosi polpi, ma per il resto direi che si è solo nutrita della sua portata con un entusiasmo mai visto prima. Non è che mi abbia detto che le piace cucinare, però quasi quasi non le è pesato particolarmente.. Per quanto riguarda Giulia, va bè, abbiamo anche quasi litigato per il fatto che io sono certa al 200% che abbia pagato la gastronomia sotto casa per aprire il 2 giugno e cucinarle l’infinità di cose che ha portato(compresa la giardiniera che domani correndo al Valentino le consiglio di studiarsi la ricetta..) , lei mi giura che ha perso tutto il pomeriggio e anzi un po’ scocciata mi ha fatto spallucce per questa mia presa di posizione. La cosa è che le facevo anche le domande trabochetto chiedendole gli ingredienti usati, e quando ci si conosce bene purtroppo è tutto prevedibile, così che era preparata ad ogni eventuale risposta..(furbetta!). L’accanimento sta nel fatto che chi avesse portato qualcosa di già preparato avrebbe pagato pegno(6 shot), e visto che volevamo cedere tutte all’alcol, ma molto lentamente, ciascuna sembrava avesse rispettato i patti. Come il mio solito, gli occhi più grandi della bocca, avevamo da mangiare per un esercito, che il paragone a un film non mi viene, ma l’esempio di una ragazza problematica mi sembra servito su un piatto d’argento.
La pecca, ma qua non è stata colpa di nessuno, è stato il caldo africano che si è sofferto in serata. Finestre aperte,sfidando il potenziale salto del gatto dal 3 piano, condizionatori accesi un po’ sì e un po’ no affinchè a papà non venisse un infarto per la bolletta della luce, e vino nei bicchieri,  hanno aiutato per nulla il fattore clima “Cairo 50 gradi” in casa mia.
Verso le due siamo usciti come i veri”cool people” e siamo andati a ballare. Ok, ho capito che ormai non è più cosa per me. Ho provato a fare quella “take it easy” in pista ballando con le braccia al cielo insieme a sconosciuti di 10 anni meno di me, poi dopo l’ennesimo spintone e cocktail schivato ho abbandonato la danza sotto le stelle. Il bar mi è sembrato luogo più consono. Ma anche lì ho commesso l’errore. Una volta arrivavo da lontano e il mio amico Giacomo il barista mi faceva l’occhiolino e mi preparava la “bevanda”, ora ci sta Chris che mi da del lei, e mi fa fare un’ora di coda mettendomi un cicinin di alcol e 3 litri di tonica.. e se gli chiedo di aggiungere vodka, mi guarda come per dirmi “anvedi come sbevacchia la carampa?”… e dai, così no, maledizione!
Ore 7 ho chiuso gli occhi, perché ci abbiamo messo anche la colazione, ore 11.10 : il buongiorno di Vi con annesso “alzati che qua in salone è un bordello”.
E anche questo “uichend” è passato..


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