lunedì 8 settembre 2014

Aiutati che il ciel ti aiuta

A Torino fa caldo.
In via Perrone si schiatta.
La gioia effimera nel riabbracciare la adorata città è durata meno di 48ore.
Il tempo di gustarmi due calici di vino, un calamaro ripieno e una partita di tennis. Stop.
Azzurra sta già pensando alle vacanze invernali e questa volta pure io vorrei tradire la via lattea per luoghi stranieri. Luoghi ovviamente che non osano come farebbe la cugi fra Aspen e St Barth. Luoghi magari che- dopo 30 anni di totale fedeltà- potrebbero anche non chiamarsi Sauze d'Oulx, che a forza di scrivere "la tortina 2000 è la più buona del mondo" o " we love ciao pais" dovrebbero pagarmi i diritti.
Domani il meteo prevede tuoni e lampi.
Io sono stramazzata al suolo nel recepire la possibile circostanza di pioggia. Perché domani ci sono le finali. Le finali del mio torneo di tennis. Quel torneo che è più lungo di due grandi slam. Quel torneo che quando si entra in campo ci si ricorda: boia chi molla. Quel torneo che se fossi in confidenza inviterei anche il Papa. Quel torneo che spesso è una buona scusa per fermarsi e bere un calice di prosecco e scambiare due parole su nuove tecniche di gioco e non. Quel torneo per cui asciugo chiunque mi passi sotto tiro e tramite cui riesco a coinvolgere la maggior parte dei miei amici. Quel torneo che un giorno avrà la scritta Torino sulla terrarossa ( forse esagero?).
Mentre mi diletto al pc percepisco che seguace mediocre sta canticchiando una filastrocca incomprensibile.
A me sta venendo il mal di testa.
Il Boss ci sta per scaraventare una caterva di fascicoli da leggere entro un' ora. Ci aveva avvisato prima della pausa pranzo.
Io ora ho sonno.
Seguace mediocre continua alternando acuti e note stonate.
La guardo:" Tu giochi a tennis?"
" Giocavo..guarda, me la cavavo piuttosto bene..il servizio soprattutto.."
Il Boss -come da copione- entra, e mentre Mina dei poveri sta inventando non so cosa, le sorride e le dice:" Si vede che hai il braccio da tennista"
Lei: " Facevo qualche torneo da piccola, effettivamente ero molto portata.. poi..poi ho dovuto scegliere..in molti mi vedevano come una promessa.."
Io: " Ma è meraviglioso! Ritieniti iscritta al mio! Inizia il 30, per caso vuoi anche fare il doppio misto?"
Seguace mediocre mi ha guardato sconvolta e ha smesso di cantare.
Aiutati che il ciel ti aiuta.

Tua Titti

domenica 7 settembre 2014

Cose dell' amore (arabo per me)

Non pensavo potesse accadere a me. Proprio no detto in tutta sincerità.
E soprattutto non pensavo potesse accadere a questa età.
Torno dalle vacanze e ricevo una telefonata: Giorgino di Big&Vip, quello con cui per mesi e mesi durante l'anno ogni lunedì avevo appuntamento a pranzo nella trattoria dietro lo studio, e non per essere pesante ma che mi ha fatto una corte spietata, a volte anche inopportuna, ma comunque piacevole, ecco, questo personaggio qua a giugno ha conosciuto una collega e la scorsa settimana le ha chiesto di sposarsi.
Lei, 35 anni, ha detto sì.
Io, 30 anni, ci sono rimasta.
Intendiamoci, non sono gelosa, però due domande me le sono fatte.
L'amore è una cosa che si mangia? che si beve? che si scherza?
A volte, e questo alla mia psicologa all'epoca l'avevo detto, mi sento piccola, mi sento che non so più alcunché, che la storia di costruire, conoscersi, volersi, desiderarsi in maniera profonda e vera, sia per l'appunto solo una storia, e forse pure noiosa.
Perché, insomma, chi ci crede più?
Poi per fortuna fuoriesce il capricorno che c'è in me, quello testone, che se per disgrazia sa di aver ragione non te la fa passare liscia, e allora riagguanto la storia di prima e  la proietto nella realtà. Però, che fatica.
L'architetto di Ginevra, definito "Ghost" da tutte noi per via delle sue misteriose sparizioni infrasettimanali, si è rimesso con la fidanzata precedente, e sono felicemente incinti al 4 mese.
Una triste notizia appresa da facebook sullo status del delicatissimo professionista, con tanto di 121 commenti di amici e di lui che ringrazia commosso ad uno a uno.
Ginevra quel giorno avrebbe dovuto vederlo per scegliere insieme una meta esotica.
Attualmente  non sa se partire per l'India per un viaggio esoterico o chiudersi in casa armata di vodka e clinex.
In ogni caso prima di lasciare l' Italia, apro piccola parentesi, le ho imposto di uscire a cena con me e le altre che l'avremmo portata in San Salvario in un ristorante appena aperto che a detta mia e di Orsetta trattasi di  "ri-ve-la-zio-ne".
Poi se farà la brava le permetteremo di invitarci da Homu.
L'aspetto conviviale è importante. - chiusa parentesi.
"E tu, a che punto sei?".
E io sono sempre un po' incerta nella risposta, perché non capisco mai se la frase, che è sempre la stessa dopo Darcy, dia più soddisfazione o più dolore.
Al Boss sicuramente più la prima visto che, come la spada di Damocle, sente il costo di un matrimonio gravare sulle sue spalle, e la cosa spesso  lo rende piuttosto indispettito verso questa usanza, definibile "sciocca e fatua".
Ma io lo tranquillizzo, che trovare qualcuno che la pensi come me, che desideri i miei stessi sogni è ancora un'impresa ai limiti della fantascienza e pure piuttosto utopica.
Sono attorniata dalle mie cugine che hanno convissuto, e loro sì che sanno cosa vuol dire l'amore, e che sanno darmi lezioni di vita al riguardo.
Attorniata da quelle che non hanno convissuto e ciò nonostante pure loro sanno il vero significato dell'amore. Anzi, molto più delle prime.
Attorniata da quelle che hanno fatto un po' e un po' e a maggior ragione padroneggiano l'argomento nettamente meglio sia delle prime che delle seconde.
Non parliamo poi della cugi maggiore col matrimonio alle spalle e due pargoli che di notte sembrano angeli e di giorno posseduti. Lei è il Guru. Lei, che è vissuta.
Infatti, ogni volta che chiedo consigli, realizzo il secondo successivo che avrei dovuto evitare.
Certe cose non si chiedono.
Che poi ne esco più confusa di prima, perché sono sì cose semplici, ma complicate allo stesso tempo.
Sono cose che capitano e che a sorpresa arrivano. 
Sono cose che a seconda di ciascuno vengono vissute in un modo o in un altro, ma senza un verso.
Non esiste una cosa giusta e una sbagliata.
Sono cose che a Torino, Milano, NewYork, Londra, possono andare in una certa direzione esattamente nella stessa misura, come no.
Sono cose strane, cose particolari, cose da augurarsi,  cose belle.
Cose, insomma, che se le vivi:  "Uao."
Cose dell'amore.

Tua Titti