martedì 5 maggio 2015

Io (non) ho paura.

Il Boss ha licenziato tutti.
Siamo rimaste in 3.
Seguace1, la segretaria, e la sottoscritta: da spararsi.
Ma io (non) ho paura.

La prossima settimana ho in programma un allegro pranzo ad Aquiterme con l'associazione dei geni forensi, geni  a cui evidentemente non mi sento di appartenere e soprattutto  nulla con cui spartire. Ma va bè.
Io (non) ho paura.
Diversamente a giugno ci sarebbe  uno stage nei pressi di Mondovì per imparare l'arte dell' agricoltura.
Questione di scelte. - dice il Boss.

Pìù interessanti sono le iniziative degli Avvocati Milanesi riguardanti l' Expo. " Vino, Patrimonio, Nutrizione del pianeta, e lotta alle frodi". Tuttavia in questo programma non sono stata cantemplata:
a) costa troppo
b) sono a dieta ( i miei amici sanno del progetto Belen)
c) sarebbe troppo valido parteciparvi, noi di Via Perrone preferiamo continuare a mangiare bollito misto e peperoni in salsa di acciughe.
Io (non) ho paura.

Ho iniziato l'anno col dubbio di tornare dalla psicologa per affrontare l'ennesima delusione o darmi all'alcol, quello pesante.
Poi ho incontrato Luca, e il mondo ha ricominciato a tingersi di colori felici.
Questa volta (forse) ho paura.

Nella stanza adiacente sento Seguace1 che parlocchia da sola e scartabella documenti noiosi.
Sta cercando i fratelli e i nipoti di una tizia che ha lasciato un'eredità con tanti zeri.
Nessuno di questi pare interessato, volendo si propone lei, Seguace1, perchè tutto sommato un fondo per una bella vacanza  oltre oceano non sarebbe male.
Che paura.

Sto quasi smettendo di giocare a tennis.
Le amiche lo sanno, e sono preoccupate. Alcune.
Altre mi riempiono di telefonate e messaggi per sfidarmi e battermi con sonori 6-1 6-2 dal momento che non mi alleno più.
Non è ancora successo, ma probabilmente capiterà.  Forse.
Io (non) ho paura.

Stamattina al bar  leggo l'articolo di Gramellini sul paragone delle due bambine nate ieri.
Fondamentalmente quella ricca e quella no.
Il latte lo prendo freddo a parte e la barista mi riempe giustamente la tazza di schiuma. Orgogliosa.
Quella nata su un letto di oro e rubini e l'altra viva per miracolo.
Macchio la camicia bianca in maniera magistrale e mi scotenno la lingua.
Di base la felicità non ha a che fare con l'ammontare del conto in banca: chiamasi agio/lusso, che sì, ok, può aiutare, ma il cuore- come ben si sa- segue altre strade. (cfr il terzo nome della neonata con la corona)
La barista per l'inconveniente del latte mi offre la colazione.
Evviva le due bambine.( entrambe )
Io (non) ho paura. 

Domenica pomeriggio con Luca ho visto "l'ultimo bacio".
Ma la vita di noi trentenni è davvero così?
Che storie di quel genere non è che siano così pazzesche o favolose.
Cioè, non esiste un momento in cui capisci che quello che vuoi ce l'hai e a posto così?
Cioè uno deve vivere con l'ansia delle diciotenne perfetta di turno che potrebbe materializzarsi quando meno te lo aspetti e far dare di matto al tuo fidanzato/marito ?
Che poi se vogliamo dirla tutta nel film si vede la scena finale in cui poi lei (dopo le corna) ammicca sorridente al runner palestrato e via coi sottotitoli di coda. E il runner è pure brutto. 
Luca mi ha detto di non pensarci, che quest'estate in Colombia con lo zainoa spalle avrò altro su cui crogiolarmi.. ( tipo che per la prima volta della mia vita non potrò portarmi il phon?....)
Ma io (non) avrò paura. Forse.

Qua da Via Perrone è tutto.
Il Tar chiama e seguace1 ha fame.

Tua Titti





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