venerdì 9 ottobre 2015

Questione di motivazione

A Torino piove. Un sacco.
La gente si scopre incapace di guidare e la cosa mi fa innervosire parecchio.
Sul giornale i titoli sono molto interessanti, tipo: i veri chef si riconoscono dal naso e le emozioni vengono racchiuse nelle tazzine.
Seguace1 si è appena fatta un selfie postandolo su instangram e ha scritto "chilling". Lei e il codice di procedura civile.
Il Boss è di pessimo umore.
Freddy sta contando i giorni che ci separano dal Natale.
Mia madre e Luca si mandano le faccine su whatsapp, e da ieri si danno del tu. Grazie alle faccine. Per la precisione quella che fa l'occhiolino.
Allegra si sente più sola che mai in questo periodo e io non posso aiutarla. Non perchè non voglia, ma le ho provate tutte e la capisco. E lo so che la peggiore cosa da fare è compiangere qualcuno quando è triste, ma a me viene spontaneo. Io non sono da " il dolore fortifica e rimboccati le maniche". Lo trovo ingiusto. Un cuore solitario è un cuore che non trova più la forza di battere. E in chirurgia capita che i cuori si possano cambiare. Il vecchio si butta e se ne innesta uno nuovo. Forse noi dovremmo fare uguale. ma come si fa?
Chi non ci è mai passato non sa di cosa sto parlando, e probabilmente è molto bravo a giudicare. Bravo solo a fare quello però.
Viola dall'alto della sua saggezza ci riempe di teorie psicologiche,  ma io, che non sono una grande fan degli strizza cervelli, non la sto manco a sentire per un secondo.
Un cuore dolorante deve ritrovare una motivazione, non uno sfogo di mezz'oretta da 120 euri. Che alla sera mica c'è lo psicologo.
Ci sono partite di tennis che da un 5-1 sotto venogno vinte 5-7. Perchè scatta qualcosa. C'è quella forza che ti consiglia di non cadere e combattere.
 La chiave forse è quella spinta che nasce dentro te e ti bisbiglia di non arrenderti.
E se non arriva questa forza? perchè a riempirsi la bocca di belle parole sono capaci tutti, ma la realtà è differente.
Orsetta risponde che ci sono tante altre cose: la vodka, lo zabaione, il cane, lo shopping, gli scampi e le amiche.
Io sono più propensa per un gin tonic.
A Torino sta continuando a diluviare,  ma domani sembra arrivi il sole.
Questione di aspettative o di meteopatia.
Nel mio caso è questione di preghiere su preghiere su preghiere e ancora preghiere.
Che domenica in campagna deve fare il bello.
Che ho organizzato una grigliata  e farla in cantina pare brutto. 
Ma meteo.it .com .net. .laqualunque è dalla mia.
Tiè.

Tua Titti





lunedì 5 ottobre 2015

La meglio medicina

Pare che anche qui a Torino le stagioni cambino e i ricordi estivi si affievoliscano coi primi freddi. E coi primi freddi ci si possa prendere l'influenza, e dal sogno di un buon mojito alle 5 di pomeriggio ci si riduca ad anelare una grande e gustosa tazza di tè caldo.
Ottobre, se proprio devo dirla, non e' che sia  una gran bella invenzione, soprattutto se ci si sveglia con quasi 39.
Però la vita al di fuori continua, perché Orsetta aveva il suo primo grande cliente da seguire come commercialista e la Doni da operare col  primario un caso da 14 ore.
E così, mentre io me ne sono stata a letto a rimuginare, il mondo ha continuato a cullarsi nella sua aritmica frenesia, compreso lo studio di via Perrone.
Seguace1 mi ha bombardato per tutta la mattina di messaggi roventi nei confronti
di Freddy, e Freddy a sua volta nei confronti della prima. E non nascondo che mi abbia fatto piacere, perché rimanere a guardare fisso il soffitto e pensare per ore e ore e' cosa piuttosto malsana, soprattutto per chi- come la sottoscritta- alla stessa stregua del costruttore di sogni fantastici e romantici e' capace di cambiare abito in meno di un secondo e vestire quello del migliore distruttore degli stessi. Stessi sogni. Ora infranti.
E dire che ho fatto di tutto per occuparmi la giornata. Del tipo, mi sono dilettata in cucina, ho riletto l'Alchimista, ho rivisto l'intera serie di Narcos, e le prime due stagioni di grey's anatomy. Con tanto di pianto penoso in alcune puntate, che se c'è una cosa di cui mi vergogno e' piangere per un film. Però non è che le lacrime se bussano alla porta dei tuoi occhi  puoi far finta di nulla e respingerle: per cui ciccia. Clinex e poi ancora clinex.
La fortuna vuole, grazie al cielo, che fra un morto e una vita salvata della serie americana abbia sentito Viola.
Ho nostalgia di quando eravamo tutte insieme qua a Torino e organizzavamo feste,balli, tradimenti, cene, e tante bevute. Però poi si cresce, e non ci si può fare niente.
Qualcuna si è sposata, qualcun altro ha avuto figli, qualcuno è diventato super carrierista, e qualcun altro sta ancora aspettando.
Certo, rimanere immobili non aiuta perché persino a  Torino oltre al piemontese si parlano tante altre lingue e si possono incontrare persone con la mappa della città in mano che chiedono indicazioni.
Volere è potere, bisbiglia qualcuno.
Sarà la malattia?
Be' se la volizione e' la meglio medicina per la qualunque, questo ha fatto di me- almeno per oggi- cintura nera di torta di mele.
E domani?
Domani dicono che chi si ferma sia perduto, per cui...

Tua Titti

venerdì 2 ottobre 2015

Una vita normale

È questa continua lotta verso l'impossibile che frega. Sempre.
È questa guerra per affermare il proprio Ego insicuro e dubbioso che fa male.
È questo bisogno di raggirare gli ostacoli invece di affrontarli che alimenta le menzogne e rende fragili.
Perché chiedere sembra più facile, e  rispondere risulta più arduo.
Torino è una città piccola e sta stretta.
Non offre granché. Da nessun punto di vista.
Allora voliamo via.
Via, via verso quel mondo che regala grandi grossi premi e cotillons, e in secondo piano tanti specchi per allodole.
I rapporti umani- da queste parti- sono sempre i medesimi: prevedibili e noiosi.
Da via Baretti a corso Massimo o da via Lamarmora a Viale Thovez poco cambia.
Il ventaglio di possibilità è deducibile a occhi chiusi: sempre la stessa solfa.
Anche i raviolini del plin.
Che poi quando andiamo all'estero-dopo 4 giorni- se non prima, si va alla ricerca disperata di un ristorante italiano. Formentera docet. Ma va be'.
Party e vernissage come a Parigi Londra e NewYork, nessuno mai.
Ma più che altro, chi mai ci è andato?
Bocche armate di cognomi pesanti e dita pronte a provare su calcolatrici mentali i vari zeri dei conti in banca altrui  sembrano essere ormai il must della vita.
Carriera e soldi, soldi e carriera.
Un motto, un disegno fatale.
Per il resto c'è tempo, dicono.
L'altra sera parlavo a cena con la Doni.
Di sogni, desideri, speranze, e alla fine il regalo più grande, quello che è segretamente custodito nel mio cuore, quello per cui sarei pronta a sfidare il destino,quello che chiederei a Babbo Natale, e' solo uno:
la normalità.
NOR-MA-LI-TÁ.
Niente più niente meno.
Vorrei un uomo che tornasse a casa la sera, anche tardi, con cui mangiare la cena e ridere.
Vorrei dei bambini scoppiettanti che mi facessero arrabbiare come capita spesso e poi guardare i cartoni animati con loro.
Vorrei telefonare alle amiche e raccontare del periodo up&down con mio marito.
Vorrei suonare all'impazzata il clacson alle 7.40 del mattino perchè starò portando i bambini a scuola e sarò in ritardo.
Vorrei entusiasmarmi per una serata solo donne e niente marmocchi.
Vorrei ingelosirmi se qualche ragazza giovane guardasse il mio fidanzato con fare stuzzicante. ( forse questo no )
Vorrei impiegare un intero pomeriggio per preparare una torta mediocre e avere ugualmente l'applauso della mia famiglia perché saprebbero a priori dell'impegno.
Vorrei organizzare pranzi a casa con amici e figli, e pentirmene per l'ovvio disordine che combinerebbero.
Vorrei dare feste per i compleanni di tutti noi. Anche per il cane.
Vorrei imparare a fermarmi e riflettere. Che quello che faccio finta di non vedere oggi, mi annienterà domani.
Vorrei il sogno americano di un papà SuperMan e una mamma BridgetJones.
Vorrei alzare il telefono e dire "scusami se puoi, ma al cuore non si comanda", e aspettare paziente il perdono.
Vorrei non dover essere figlia di quel dio minore che sbiadisce i bei ricordi per miraggi falsi e ipocriti.
Vorrei rimanere sempre io, in bilico fra una razionalità  torinese e una solarità brasiliana.
Vorrei aver paura e chiamare mia madre per domandare: come si fa?
Vorrei saper apprezzare la fortuna che mi circonda e non dimenticare mai una delle parole più importanti di cui sono a conoscenza: Grazie.
Vorrei camminare per via Po abbracciata alla persona che amo e ammirare insieme la bellezza della collina torinese.
Vorrei andare alla messa di mezzanotte a Natale e scambiare il segno della pace coi miei amici, anche con la persona che mi sta antipatica, per capire che una stretta di mano e' sufficiente ad agitare il battito tumultuoso del cuore.
Vorrei progettare con la persona scelta di costruire il nostro futuro, nel sole e nella pioggia.
Vorrei litigare urlare piangere col mio ragzzo e la stessa sera fare l'amore: una volta, due, e poi stanchi addormentarci abbracciati.
Vorrei continuare a giocare a tennis e farmi supplicare da Allegra di non menzionare più  gli Us Open nei nostri incontri.
E se verrò additata come una persona banale, pazienza.
C'è qualcosa di più bello che poter vivere una vita normale con annessi e connessi?

Tua Titti